Che cos’è la flebologia

La flebologia è una branca della medicina che si occupa del trattamento e della diagnosi che delle diverse patologie di natura venosa. Tra le più comuni ci sono le varici, note anche come vene varicose, e le patologie dei capillari.

Nello specifico la flebologia è finalizzata a prevenire tutte le altre complicanze derivanti da queste patologie. Esempi possono essere gli eventi flebotrombotici o tromboflebitici, che caratterizzano la stessa patologia provocata però da cause diverse. Altre complicazioni tipiche sono le ulcere varicose degli arti inferiori.

Quando i pazienti notano problemi alla circolazione degli arti inferiori, o la presenza di capillari e varici, è fortemente consigliata una visita flebologica. Lo specialista, dopo un’attenta anamnesi, può raccogliere utili informazioni sulla storia del paziente, sui precedenti disturbi e sui fattori di rischio così da adottare la terapia più adeguata.

Nel corso della visita lo specialista può identificare la presenza di varici, capillari, gonfiori o altri disturbi. Dopo un’adeguata palpazione da effettuare in posizione eretta, seduta o sdraiata, si esegue un esame ecografico, noto come EcocolorDoppler.

Flebologia: quando ne abbiamo bisogno

L’insufficienza venosa cronica è una malattia che colpisce principalmente le donne con un rapporto di 4 a 1 rispetto agli uomini e, nel 90% dei casi, esiste una predisposizione familiare. Negli ultimi anni questa malattia è diventata più frequente, e questo è dovuto principalmente al tipo di vita che conduciamo e all’alimentazione.

I sintomi principali di questa malattia sono il dolore, la pesantezza, il prurito, il formicolio, i crampi, fino ad arrivare allo stadio dell'edema che è un gonfiore delle gambe, più accentuato alla caviglie.

Questi disturbi aumentano con il calore e stando fermi in piedi o seduti per molto tempo. Aumentano, inoltre, durante la gravidanza, nel periodo premestruale e se si fa uso della pillola anticoncezionale. La complicanza più importante dell'insufficienza venosa sono le varici. Sono, queste, delle dilatazioni serpiginose, tortuose e progressive delle vene superficiali, sia delle safene che delle collaterali.

La visita flebologica consiste in una valutazione visiva del paziente, nell'anamnesi e nell'esecuzione dell'esame ecocolordoppler. Serve per valutare se vi sono insufficienze del sistema venoso, trombosi, flebiti. Sulla base della visita, il flebologo propone la terapia più adeguata, caso per caso.

Dott. Nicola Merenda

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    1Cosa sono le vene varicose?

    Le vene varicose sono vene dilatate per l’aumento del volume del sangue al loro interno, che spesso è possibile vedere come rigonfiamenti sulle gambe. Quando le valvole si indeboliscono e non riescono più a chiudersi correttamente, il sangue tende a refluire, cioè a tornare verso il basso, facendo ristagnare il sangue nella gamba e rendendo la vena rigonfia e più visibile. Questo fenomeno è conosciuto anche come “Reflusso Venoso”.

    2Quali sono i sintomi del reflusso venoso?

    Senso di pesantezza alle gambe, piedi e caviglie gonfie, crampi notturni e ”sindrome delle gambe senza riposo”, comparsa di capillari e vene reticolari, vene varicose, prurito, bruciore, discolorazione cutanea, fino ad ulcerazioni cutanee che compaiono apparentemente senza ragione e che impiegano anni a guarire.

    3Perché capillari e varici sono segnali di allarme?

    Perché spesso mostrano un accumulo di sangue all’interno della vena, che quindi non sta circolando correttamente. In condizioni normali infatti le valvole presenti all’interno dei sistemi venosi contrastano la forza di gravità ed impediscono al sangue di fluire verso il basso. Ecco perchè sono campanelli d’allarme di un problema più profondo.

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